Ce lo stanno ripetendo fino allo sfinimento che siamo entrati ”nell’Era delle Pandemie” e ciclicamente ci troviamo a fronteggiare continue zoonosi che vengono pubblicizzate dai media più per i danni economici subiti dagli allevatori o per i rischi di eventuali salti di specie, che per esporre obiettivamente quello che realmente sono: oppressione sistemica di altre specie e dei loro habitat con finalità di profitto e assoggettamento di tutti i viventi.
Troppo spesso infatti si ricorre all’abbattimento sistematico di migliaia di Altri Animali, 14 milioni di volatili (QUATTORDICI MILIONI, più o meno come aver sterminato tutta la popolazione di Croazia, Svezia e Nuova Zelanda) uccisi negli ultimi tre mesi solo in Italia, con più di 300 focolai sparsi, Lombardia e Veneto tra le regioni più colpite.
Altrettanto spesso ci si dimentica però che le zone più colpite sono le stesse dove il numero di allevamenti è più alto, dove il tasso di inquinamento ambientale è più massiccio proprio per la presenza di luoghi insalubri dove la tortura è istituzionalizzata e resa normale dalla cultura specista. Come sempre, la vita degli individui di altre specie viene considerata meno di niente, oggetti privi di valore, intercambiabili nel giro di poco tempo con altri individui in un loop interminabile di corpi che non contano, e nonostante gli animali siano vittime due volte, l’unica soluzione che viene sempre scelta è l’eliminazione.
L’umano decide di allevare in condizioni inimmaginabili gli altri esseri viventi, di imprigionarli, di privarli della possibilità di vivere. E sempre l’umano, quando qualcosa va storto in questo già macabro disegno, ricerca la soluzione definitiva attraverso il massacro indiscriminato di individui, che pochi di questi siano malati e tutti gli altri sani resta indifferente.
Proprio in questi giorni assistiamo all’ormai scontato epilogo di morte che attenderà i 50 individui – tra galli, galline, oche, germani e altri volatili – presenti nel parco Chico Mendes di Firenze, che verranno giustiziati senza aver commesso nessun crimine. La loro sfortuna è quella di non appartenere alla specie umana che invece farebbe di tutto(come sta avvenendo da due anni a questa parte) pur di proteggere e preservare la vita a della propria comunità, anche agire a discapito di qualcun altro e senza cercare seriamente alternative nonviolente. Contro ogni logica che vedrebbe nell’isolamento di eventuali soggetti malati, ammesso che ce ne siano, e nel controllo dell’epidemia, si decide invece di uccidere a prescindere, perché più facile, più economico, più veloce. Ma per chi? (La domanda è retorica perché conosciamo tutti molto bene la risposta).
Il mantra che viene usato in queste circostanze, come fosse una filastrocca da imparare a memoria senza pensare alle conseguenze, è identico ogni dannata volta… sono solo animali.
AGGIORNAMENTO:
Grazie alla mobilitazione di tutt* le autorità hanno acconsentito ad una soluzione diversa dall’abbattimento preventivo.
Per tenervi informati seguite la pagina del Parco
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E la pagina del rifugio Porcikomodi
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