Quella che a prima vista sembra un’ottima notizia, e per tale persona che la racconta lo è, in realtà disvela un aspetto molto più complicata del semplice “passaparola” per diventare vegan o vegetalian: nonostante il lavoro massacrante, i traumi psichici e le dipendenze da sostanze a cui vanno incontro i lavoratori dei macelli di tutto il mondo c’è un fattore che forse viene ignorato.
Lasciando per un istante da parte la condizione animale, che resta CENTRALISSIMA per noi, c’è da evidenziare che il sistema di produzione si sta già organizzando per creare macelli senza la variante umana, imperfetta in questi lavori “massacranti” per i motivi di cui sopra, in un futuro nemmeno così lontano sostituita totalmente da un’automazione tecnologica che non avrà nessuno scrupolo, risentimento, dubbio morale su come eseguire l’uccisione e lo smantellamento del corpo degli Altri Animali.
L’industria zootecnica, completamente aderente al sistema di oppressione antropocentrica, potrà quindi garantire ai propri consumatori che il “consumato animale” non avrà nemmeno sofferto poiché l’altissima competenza delle macchine riuscirà a sopperire il fattore umano che oggi non garantisce la tanto ambita “macellazione etica”.
E sarà sì un’altra vittoria, un altro piccolo passo, ma a favore del “benessere animale” e della bioviolenza che diventerà sempre meno percettibile ad occhio umano.
Ma siamo proprio sicur* che la veganizzazione passi attraverso l’utilizzo del pregiudizio morale per sradicare lo specismo?
Qui il link alla testimonianza dell’ex macellatore: https://www.ioscelgoveg.it/da-macellaio-a-vegan
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