vecchio giornale con in copertina un maiale e il titolo Perché vegano deve sempre fare rima con sano?

PERCHÉ VEGANO DEVE SEMPRE FARE RIMA CON SANO?

Questa riflessione cerca di mettere in luce quanto sia problematico ed escludente portare avanti un racconto che aderisce agli schemi di questa società che sprona alla competizione e alla perfettibilità costante, impossibile da raggiungere.

Nasce in seno alla notizia di una giovane influencer morta a causa di un Disturbo del Comportamento Alimentare. I media però hanno approfittato del fatto che la giovane donna seguisse una dieta vegetale crudista fruttariana (abbastanza squilibrata nell’apporto di nutrienti) per demonizzare in toto l’alimentazione vegana. La problematicità non stava soltanto nel racconto dei media ma anche nella difesa ad oltranza da parte delle persone che mangiano vegetale. Di seguito la nostra breve analisi.

Non ci interessa fare l’ennesimo post su una persona morta per cause non attribuibili all’alimentazione “vegana” solo per scagionare appunto la suddetta “dieta” composta da vegetali, frutta, semi, cereali e altro che non derivi da parti di corpi animale. C’era altro in quel decesso, ma non è questo il punto, e non vogliamo indagarlo.
Tralasciando pure per un attimo la deformazione professionale giornalistica che non perde occasione per creare titoli e articoli spazzatura e clickbait demonizzando e riducendo la cultura vegan ad una pratica insalubre e modaiola (sia mai che andassero a ledere gli introiti derivati dalle inserzioni pubblicitarie speciste e carniste).

Quello che ci ha lasciatx maggiormente stupite è la quantità di post e commenti abilisti e disabilizzanti fatti da persone vegan, o sedicenti tali, a difesa del proprio stile di vita “senza crudeltà” e presumibilmente a difesa degli altri animali. Noi la crudeltà e il cinismo lo abbiamo visto nell’esaltare “l’alimentazione vegana” come un qualcosa che ci fa stare bene, in salute e in forma fisica (ah… e “salva” pure gli animali).
Peccato che quel modello urlato con orgoglio sui social si trascina dietro una problematicità enorme: porta ad escludere tutte quelle persone vegan che invece sono grasse o con corpi non conformi, che hanno qualche tipo di patologia o che hanno un fisico che non rispetta i canoni imposti dalla società perfomativa e consumista.

Ora, vogliamo credere che non ci sia marcio e dolo nelle affermazioni lette in giro (confidiamo nella buona fede e nel pizzico di superficialità di chi ha scritto certe cose) però basta davvero poco a comprendere che ognunx vive la “questione vegetale” non attraverso modelli prestabiliti, e il più delle volte non raggiungibili, bensì in base al proprio vissuto, alle proprie possibilità, e al corpo che si ritrova, ma soprattutto senza rendere il veganismo quell’elisir di lunga vita e bellezza fisica che non è.
Ci sono persone vegan che vivono in corpi magri, grassi, con inestetismi, in buona forma fisica, con patologie, intolleranze, allergie o con disabilità.
È ora di smetterla di proporre la persona vegan soltanto come un corpo prestante, in perfetta forma fisica e sana. Esistono, e va bene così, ma allo stesso tempo dobbiamo includere chi non ha queste caratteristiche e che pure le persone che mangiano vegetale possono morire a causa di una alimentazione squilibrata. Il problema ovviamente sta nell’informazione dei “giornalai” ma proprio per questo non bisogna cadere nella stessa retorica strillata che discrimina ed esclude moltx di noi persone vegan.

Bisogna altresì ricordare, e ricordarsi, che il veganismo è una prassi legata ad una filosofia ben precisa, quella antispecista, e non un processo legato a doppio filo all’alimentazione e alla salute. Quello è mangiare vegetale.
Riappropriamoci delle parole e dei loro significati.

vecchio giornale con in copertina un maiale e il titolo Perché vegano deve sempre fare rima con sano?