Il fatto: è stato riscontrato un principio di peste suina africana dopo che gli esami effettuati sul cadavere di un cinghiale in Liguria sono risultati positivi. Nel giro di qualche ora è scattata un’ordinanza in cui si chiedeva ai cittadini di evitare determinate zone frequentate dagli ungulati di modo da evitare possibili propagazioni del virus che, giusto per rassicurare gli umani, non è trasmissibile alla nostra specie, per ora.
l chiacchiericcio si è trasformato in frastuono non appena il Presidente della Regione, Giovanni Toti, ha trovato una geniale soluzione per estirpare il problema: abbattere anche i suini sani ospitati nei vari rifugi e proprietà private sparse lungo la Regione, fino a sconfinare in Piemonte e Toscana.
Anche solo partorire un pensiero del genere ci sembra inaccettabile, figuriamoci metterlo nero su bianco, decidendo la sorte di individui sani ma privi di uno stato di diritto che possa tutelarli se un giorno qualcuno si sveglia e decide di abbattere una qualsiasi specie che possa compromettere il fatturato di aziende che, con quei corpi sfruttati e smontati, genera enorme profitto.
Perché alla fine non si tratta di tutela della fauna o degli ambienti circostanti, bensì della tutela di quel settore che potrebbe vedersi abbattere “capi” infetti i quali, per inciso, avrebbero fatto la stessa fine ma in modo e per scopi diversi, ammazzati e macellati per poi essere definitivamente confinati in asettiche vaschette nei supermercati di tutta Italia.
Sarebbe un “salto di specie” che preoccuperebbe non poco i Signori della Carne, trasformatori di corpi vivi in prodotti morti di largo consumo, il cui costante profitto potrebbe subire un contraccolpo, quindi meglio fare prevenzione suggerendo di sopprimere individui non-umani in perfetta salute.
Ci troviamo d’accordo sull’idea di prevenzione ma non sulle dinamiche: l’unica prevenzione per evitare futuri salti di specie, zoonosi, contagi, lockdown e piani vaccinali semestrali sta nel ridefinire il nostro rapporto con gli Altri Animali. Smettere di esercitare un’oppressione costante e senza limiti. Smettere di appropriarci dei loro corpi e di radere al suolo territori per l’avanzata famelica di un progresso iperconsumista che ci sta portando al collasso totale.
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