COSPIRAZIONE ANIMALE- MARCO REGGIO

Che cosa hanno a che fare la razza, l’abilismo e il binarismo di genere con l’animalità? Esiste un’ecologia non antropocentrica? In che modo la costruzione del corpo disabile si intreccia con l’animalizzazione dei reietti del pianeta? Gli animali sono davvero soggetti “senza voce”? O resistono allo sfruttamento?

Per rispondere rifiutando le soluzioni riduzionistiche è necessario uno sguardo situato. Marco Reggio muove da episodi problematici del proprio attivismo nel movimento di liberazione animale e, con una serie di incursioni fra testi letterari, studi decoloniali, teorie queer e critical animal studies, affronta questi temi da un punto di vista antispecista che accetta l’imbarazzo e lo smarrimento come forme legittime di interpellazione politica. (dal sito di Meltemi)

Una delle prime cose che scopri è che lo sfruttamento animale è ovunque, in ogni oggetto, in ogni merce, che la storia umana è costruita su di esso, poggia letteralmente sul sangue; e – aspetto forse più sconcertante – lo trovi nelle idee, nel nostro modo di pensare fin dalla più tenera età. Lo vedi nei prodotti culturali, dove quasi nessun* sembra farci caso, il che a volte è proprio una brutta sensazione, e a volte una piacevole scoperta. Se in alcuni casi, infatti, il tuo godimento di consumatore di cultura, di libri e film per esempio, viene semplicemente rovinato, in altri si fa meraviglia. Questa meraviglia si manifesta quando scopri che il mostro di Frankestein è vegetariano…” (Marco Reggio)