COSÌ PERFETTI E UTILI – BENEDETTA PIAZZESI

Questo saggio inaugura un lavoro genealogico sul potere zootecnico: una sorta di scavo archeologico tra gli archivi scientifici e tecnici, volto a ricostruire il verbale del potere di usare gli animali. Dal mondo agricolo preindustriale al moderno allevamento biologico, i processi storici hanno modificato i metodi e le finalità di sfruttamento animale, che sono qui osservati secondo linee di continuità e momenti di svolta.

Secondo una prospettiva sensibile ai concetti di fondo della politica moderna è messa in luce la circolazione di queste categorie tra dentro e fuori il luogo apparentemente non politico dell’allevamento. Ciò permette di sondare la parentela tra l’istituzione zootecnica e gli altri istituti di sapere-potere che si vanno formulando in quella medesima età dell’oro delle scienze che si situa tra rivoluzione scientifica e rivoluzione industriale. Sotto questa lente le tecniche di governo sui non umani ci appaiono a tratti inedite, a tratti spiranti una certa “aria di famiglia” comune ad altri luoghi di potere, dove i viventi sono resi perfetti in quanto utili e in cui è portata a compimento l’utilità della perfezione. Un’interrogazione delle orme lasciate dagli animali nel passato, utile per il presente nella proposta di una messa in mora di letture destoricizzanti e metafisiche che investono sia i soggetti animali che il potere che ci coinvolge. In cambio di uno spazio lasciato alla liberazione.

“(…) Il benessere animale è sempre stato preso in considerazione (nell’azienda premoderna tanto quanto nell’allevamento intensivo) funzionalmente alla sua incidenza sulla produttività. Il fatto ce gli aninali da reddito non si facesse patire la fame, per esempio, è la conseguenza ovvia del fatto che essi non sarebbero stati altrettanto produttivi. Similmente le cure apprestate dagli allevatori per prevenire malattie o mutilazioni (per esempio attraverso tecnologie come il debeccaggio, o la somministrazione di farmaci, si ispiranoa un concetto di benessere animale come condizione della riuscita del prodotto.” (Benedetta Piazzesi)