Il più famoso aforisma del movimento animalista, espresso da Jeremy Bentham, recita: «La domanda non è: Possono ragionare? e neppure Possono parlare?, ma Possono soffrire?».
La sistematica, silenziosa uccisione quotidiana di milioni di animali è il peccato originale che in ogni momento si rinnova intorno a noi. Senza che peraltro venga percepito in quanto tale. Non si tratta forse di una necessità perché l’umanità sopravviva?
Una macchina percorre più volte al giorno una statale deserta nelle Highlands scozzesi. Alla guida c’è una donna, Isserley. Sembra che stia cercando qualcosa. All’improvviso nota sul ciglio della strada un giovane robusto seduto sul suo zaino, gli fa cenno…
Nessun romanzo americano del Novecento ha provocato una tale indignazione come “La giungla”. Il libro-denuncia di Upton Sinclair, con le sue descrizioni crude del mondo del lavoro senza tutele, dipinge la giungla di Packingtown, il quartiere dei macelli di Chicago.
Un romanzo spaventoso e indimenticabile, scritto – come ha affermato Angelo Guglielmi – «in un linguaggio secco, lucido e fermo e insieme percorso da una strana vibrazione di natura segreta e inudibile». Samuel, sorvegliante di una vasca dove vengono allevate…
Raramente in poesia è accaduto che un argomento come lo sfruttamento animale sia stato approfondito attentamente. Fu il caso del fortunato libro di Ivano Ferrari, Macello, racconto in versi di un’esperienza crudissima vissuta in un mattatoio.