CARNE DA MACELLO (La Politica Sessuale della Carne) – Carol J. ADAMS

Qual è il filo rosso, l’assurda interazione tra la radicata misoginia culturale della società contemporanea e la sua ossessione per la carne e la mascolinità?

Questo libro, pubblicato per la prima volta negli USA nel 1990, esplora con raro acume e sottile intelligenza la relazione tra i valori patriarcali e il consumo di carne, intrecciando femminismo, veganismo e antispecismo. Lo sfruttamento degli animali è per Adams una manifestazione della brutale cultura patriarcale. Il trattamento degli animali come oggetti è parallelo e associato all’oggettivazione nella società patriarcale di donne, neri e altre minoranze sfruttate. Dietro ogni pasto di carne c’è un’assenza: la morte dell’animale, il cui posto è occupato dalla carne. Il concetto del “referente assente”, intorno a cui Adams costruisce la sua memorabile tesi, ha la funzione di mascherare la violenza insita nel mangiare carne per proteggere la coscienza del carnivoro e i suoi desideri separando l’idea del singolo animale dal suo essere fisico. (Dal sito Vanda Edizioni)

“Tutti sono oppressi (…). Tuttavia, un vuoto enorme separa queste forme di oppressione degli umani da quella degli altri animali. Non mangiamo le persone. Mangiamo gli animali. Mangiare carne è la violenza più oppressivamente ed estensivamente istituzionalizzata contro gli animali” (Carol J. Adams).