AFROISMO – APH KO/SYL KO

Afro-ismo è un testo appassionato e militante, un dialogo serrato fra due sorelle afroamericane che nasce sul web e diventa un libro in cui teoria e prassi si intrecciano. Animalità, animalizzazione, razzismo e supremazia bianca sono alcuni dei temi su cui si articola una proposta politica radicale all’insegna del veganismo nero.

Attraverso l’analisi di elementi della cultura pop – video, blog, social network – e l’utilizzo di concetti provenienti dagli animal studies e dagli studi decoloniali, Aph e Syl Ko rivendicano con forza la necessità di sovvertire il dualismo umano/animale, riarticolare la nostra relazione con gli animali e, attraverso ciò, riconsiderare il modo in cui trattiamo la vita intera, arrivando a smantellare il razzismo.
In questo quadro, l’afrofuturismo, che dà una radicale priorità all’immaginazione di chi è oppresso – in una società che si sforza perennemente di distrarci in modo da non darci il tempo di pensare e creare – è la chiave per iniziare un processo di rinnovamento, non più prigionieri dei pensieri della classe dominante.
Un libro di avanguardia rivolto alla generazione millennial. Quella che utilizza il web e i social media per far sentire la propria voce e stringere alleanze politiche significative, come antidoto all’isolamento sociale di chi vive condizioni di oppressione e marginalità, nonostante le manipolazioni delle élite economiche bianche. (dal sito di Vanda Edizioni)

“Nel marzo 2015 sono stata a una conferenza di Angela Davis nel corso di un ciclo di studi sulle donne. La parte del suo incredibile discorso in cui mi sono maggiormente ritrovata è stata l’analisi di come attiviste e attivisti spesso riproducano comportamenti oppressivi, non permettendosi di cambiare i propri punti di vista. In sostanza, Davis affermava che tutti noi usiamo schemi nel nostro attivismo. Quando qualcuno ci offre nuove informazioni capaci di turbare le nostre strutture, ci aggrappiamo ancora più convintamente ai nostri schemi e punti di vista, perché abbiamo paura di cambiare. Apparentemente non c’è niente di peggio per un attivista che essere introdotto a una nuova prospettiva o una nuova teoria capace al sfidare il modo in cui ha fatto le cose fino a quel momento. Piuttosto che agire come se quella prospettiva non esistesse, Davis suggerisce di immergervisi e permetterci di confrontarci con essa. Il riflesso di girarci dall’altra parte, che caratterizza anche gli attivisti, è un prodotto della nostra colonizzazione.
Dobbiamo incoraggiare le persone a mettere in discussione i propri comportamenti e favorire la confusione, che è una delle posizioni più rivoluzionarie in cui trovarsi, perché in tal modo non si è vincolati da comportamenti e norme oppressive.
In questo spazio possiamo tutti essere architetti concettuali. Le domande smantellano i copioni culturali e la confusione può produrre nuovi schemi utili al cambiamento. La confusione è una fase necessaria dell’attivismo e, se ci si accorge di sentirsi raramente confusi e messi alla prova, allora forse si sta seguendo un copione
.”
(Aph Ko e Syl Ko)